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sabato 6 novembre 2010

Perchè l'uomo è un animale onnivoro, e contraddizioni nelle spiegazioni "pseudoscientifiche" riguardo ai vegetariani.


Un po' per moda, un po' per etica, la dieta vegetariana, o addirittura vegana, sta prendendo sempre più piede nella società moderna. Mentre però i termini etici sono soggettivi ed, almeno in parte, incriticabili, e la moda semplicemente "stupida", ormai sempre più fantomatiche prove pseudoscientifiche saltano fuori, cercando di smentire la natura onnivora dell'uomo. In pratica, sempre più non ben qualificati biologi scrivono fior di schede, delle quali pullula il Net, inserendo l'uomo negli animali esclusivamente vegetariani, ed escludendo qualsiasi ipotesi onnivora. 
Quali sono le tesi esposte? Beh, più frequentemente, vengono fatti confronti su dettagli anatomici di carnivori (evidentemente riferendosi all'ordine Carnivora, presente nei Mammalia), onnivori (con confusione massima, data la definizione assolutamente variabile del termine, e comprendente specie fra le più diverse), erbivori (di per se termine improprio, quindi i riferimenti assegnati non possono che essere vaghi e dall'oscura origine), uomini e talvolta anche primati (generalmente Pan troglodytes, spesso presa come specie di riferimento tra le più vicine all'uomo, il che, di per se, significa comunque poco).
Addirittura ci sono ridicoli riferimenti come: "I veri onnivori e i veri carnivori, quando sono affamati, sono attratti istintivamente da animali e carogne che vedono e che interpretano come cibo immediato. Questo non accade mai all’uomo. Il ribrezzo che ogni uomo normale e sano prova alla vista del sangue e di un cadavere è la prova della sua natura non carnivora.", che chiaramente hanno una valenza scientifica pari a zero dato che:

1) è documentato scientificamente che svariati ominidi primitivi si nutrissero anche di carne, molto probabilmente derivata da carogne, così come primati quali Pan troglodytes possono integrare la dieta con proteine animali (spessissimo con insetti, ma non solo)

2) il ribrezzo dell'uomo è decisamente condizionato dallo sviluppo della civiltà, e sono in molti che NON si schiferebbero per nulla davanti ad una fiorentina al sangue o ad un carpaccio, tanto per fare qualche esempio per i profani...

Ma tralasciando questo punto (rispetto al quale potrei elencare molte altre contraddizioni), dalla valenza nulla, e ritornando ai temi con parvenza di serietà, come questi vengono espressi? che genere di confronto viene generalmente fatto?
E' molto semplice, nella maggioranza di queste "schede" gli onnivori vengono semplicemente eguagliati ai carnivori per caratteristiche anatomiche, così cercando di differenziarli il più possibile dagli uomini.
Per spiegare meglio questa parte però bisogna risalire alla definizione di onnivoro: cosa è un organismo onnivoro?
Generalizzando, è un animale che si è adattato a nutrirsi ed elaborare sostanze sia di origine vegetale, che di origine animale.
Quindi NON è un ordine animale, NON implica caratteristiche strettamente simili dal punto di vista anatomico, NON determina la percentuale della componente vegetale o animale nella dieta ed è attribuibile a più classi animali.
E un carnivoro invece?
Qui bisogna fare due distinzioni, poiché lo stesso termine è usato per due definizioni differenti:

1) si definiscono Carnivori i mammiferi euteri appartenenti all'ordine dei Carnivora, comprendenti specie sia di predatori che di saprofagi che di onnivori.

2) vengono comunemente chiamati "carnivori" tutti gli animali che hanno una dieta del tutto o quasi completamente basata su sostanze animali.

Infine gli erbivori, sono generalmente definiti come tutti quegli animali che hanno un regime alimentare del tutto vegetariano, divisi in categorie come i frugivori (che si nutrono in prevalenza di frutta), folivori (di foglie), granivori (di semi) e così via.
Come per gli onnivori quindi, la definizione di erbivoro NON implica alcun riferimento tassonomico.

Quello che fanno gli pseudoscienziati vegetariani/vegani, è di confondere la classificazione tassonomica con la dieta, cercando di inscrivere i differenti regimi alimentari in ordini ben precisi (insomma, per i carnivori prendono come riferimento i mammiferi appartenenti all'ordine dei Carnivora, per onnivori ed erbivori l'origine è oscura, ma è evidentemente indirizzata a come torna più comodo all'autore per evidenziare le sue teorie).
Ovviamente tale procedimento NON HA NESSUNA VALENZA SCIENTIFICA. Quindi è del tutto inutile sparare valori di ph e differenze riguardo le dentizioni se le basi di per se sono errate, o comunque non chiare.

Ricordo che la dieta onnivora può essere derivata sia da animali con regime alimentare a maggioranza composto da sostanze vegetali, sia da animali con regime alimentare principalmente composto da sostanze animali (ovviamente oltre certe percentuali si va ad iscrivere alcune specie ugualmente negli erbivori o carnivori; per esempio, Canis lupus integra tal volta la sua dieta con componenti vegetali, ma la percentuale di questi è comunque insufficiente per definire l'animale onnivoro anziché carnivoro).

Uno degli altri pilastri di queste fantateorie vegetariane, è il confronto con i primati.
L'equazione è inevitabilmente "i primati (che sono gli animali più vicini a noi) si nutrono solo di frutta e vegetali vari = l'uomo si nutre solo di frutta e vegetali vari".
Peccato che sia un'equazione palesemente errata. Innanzitutto è da chiarire che, in natura, sono relativamente poche le specie di primati frugivore (che si nutrono principalmente di frutta), essenzialmente Gibboni e Siamanghi (ed in parte Oranghi), specie arboricole e non fra le più vicine all'uomo.
Fra le non frugivore, i Gorilla mantengono comunque un regime del tutto vegetariano.
Le specie più piccole invece, hanno talvolta un regime quasi esclusivamente insettivoro.
Ma parlando delle specie più vicine all'uomo, ovvero Pan (scimpanzè e bonobo), queste invece pur nutrendosi in gran parte di vegetali (e non in particolare di frutta) si nutrono frequentemente anche di sostanze di origine animale. Gli scimpanzè ad esempio, hanno adottato particolari tecniche di raccolta degli insetti gregari o larve, per cibarsene, ma non sono rari i casi in cui uccidono e si nutrono di altri vertebrati, come ad esempio svariati anuri ed altre scimmie. Sono documentati anche casi di saprofagia.

Ma perché l'uomo è un animale onnivoro? In fin dei conti le scimmie antropomorfe, seppur dal punto di vista anatomico, comportamentale e genetico siano relativamente simili agli ominidi, non sono che un ramo evolutivo parallelo avente , probabilmente, medesima radice, ma non lo stesso sviluppo.
Parlando di ominidi, una delle specie più antiche e documentate ad oggi, è Australopithecus (4-1,9 milioni di anni fa), aveva un range alimentare del tutto simile a quello di Pan troglodytes, tanto per fare un esempio. Seppur principalmente vegetariano, è provato che si nutrisse anche di altri animali, probabilmente carcasse, già dalla sottospecie Australopithecus afarensis (3,7-3 milioni di anni fa), decisamente arcaica. Questo è probabilmente dovuto al graduale passaggio all'ambiente delle savane, rispetto a quello delle foreste di origine. Tuttavia è da sottolineare come Australopithecus avesse una dentatura più robusta rispetto a quella di Homo (parlando di molari e premolari), indice di una dieta maggiormente indicata a radici e vegetali "consistenti" rispetto alla nostra, ed ai nostri più prossimi progenitori.
A difesa della loro tesi però, i famosi pseudoscienziati vegetariani rimarcano una drastica diminuzione della vita media dell' "uomo" da quando questo (almeno 3,2 milioni di anni fa, tramite prove fossili, ma probabilmente già in precedenza) ha cominciato ad introdurre parte di sostanze animali nella dieta. Ma ciò è del tutto infondato, non a caso si stima che la vita media di tutte le specie di Australopithecus, sia le più antiche sia le più recenti, dovesse essere di circa 30-40 anni, in modo del tutto analogo alle successive specie di Homo, che anzi, nei suoi rappresentati più derivati (con una componente di carne sempre presente, seppur in diverse quantità) ha gradualmente aumentato l'aspettativa media di vita.
L'adattamento poi delle specie più derivate di Homo alla caccia e alla pesca prima, e all'allevamento poi, è un indice inevitabile che pone l'uomo come animale non solo in grado di nutrirsi di altri animali, ma anche di farlo in una percentuale cospicua, a seconda delle differenti esigenze.
Attenzione però, se è vero che l'uomo si è adattato ad integrare una parte sempre maggiore di carne nella sua alimentazione, questo NON significa che il suo organismo si sia avvicinato ad una dieta carnivora, ovviamente.
Se è vero che l'uomo e le specie a lui più affini si nutrono spontaneamente ANCHE di carne, e che in parte, questa,  aiuti lo sviluppo dell'organismo (in particolare la muscolatura), è altrettanto vero che (eccetto i canini, seppur non particolarmente sviluppati, comunque adatti ad incidere e strappare tessuti di origine animale) la dentizione è prevalentemente indirizzata verso una dieta vegetariana (anche se con minore evidenza rispetto alle scimmie antropomorfe), e l'apparato digerente allo stesso modo supporta con difficoltà una dieta basata solo su alimenti di origine animale.
Non a caso, si ritorna alla definizione di onnivoro -animale che si è adattato a nutrirsi ed elaborare sostanze SIA di origine vegetale, CHE di origine animale-, la quale per l'appunto non indica nessun tipo di prevalenza nella dieta.  Gli stessi molari umani (spesso usati per rafforzare la tesi della dieta vegetariana), sono particolarmente simili a premolari e molari del maiale, il quale è un "classico" onnivoro.
Sempre parlando della dentizione, la forma relativamente ridotta dei canini umani non è necessariamente un sintomo di "atrofizzazione" causata dalla dieta, per due motivi:
il primo, è che alcune specie di primati che si nutrono anche di tessuti animali, hanno canini del tutto simili ai nostri, mentre altre completamente vegetariane come il babbuino gelada o il gorilla, li hanno notevolmente più sviluppati.
il secondo è che, con il modificarsi della struttura cranica (con maggiore spazio per la cavità cerebrale) ha ridotto le mascelle, e di per se modificato la dentizione, ma queste modifiche sono state accompagnate da un aumento considerevole dell'intelligenza e dall'utilizzo talvolta complesso di utensili, i quali sicuramente hanno potuto aiutare nel procurarsi e nel gestire il cibo, limitando poi la funzione di "strappare" dei canini.
Da notare inoltre, che tutti i mammiferi erbivori specializzati (comprese le scimmie che entrano in tale definizione) hanno delle sacche di fermentazione, per meglio digerire le sostanze vegetali, del tutto assenti nell'uomo. La saliva umana, invece, corrisponde più ad una dieta onnivora che non strettamente vegetariana (premettendo che le proprietà della saliva variano in base alla dieta e non in base al gruppo tassonomico).
Parlando infine dell'intestino, è sì vero che esso è particolarmente lungo (in ogni caso mediamente meno degli erbivori specializzati, e non necessariamente molto più di altri onnivori, differentemente da quanto riportato da alcuni), ma non è tanto la lunghezza ad essere un fattore determinante, ma quanto la tipologia di cellule e villi intestinali, che nel nostro caso indicano un adattamento ad una dieta onnivora.

In conclusione, l'uomo è un classico animale onnivoro in tutti i tratti rilevanti che lo distinguono.
Non c'è alcun fondamento scientifico che indichi un'anatomia ed una fisiologia adattata ad una dieta prettamente "erbivora". E' vero che il nostro regime alimentare dovrebbe essere a maggioranza costituito da sostanze vegetali (una percentuale compresa tra il 70 e l'85% a seconda dei vari studi, e sicuramente in base all'individuo), ma una certa percentuale di sostanze animali (primarie o derivate) è sicuramente naturale e non nociva, anzi, consigliabile soprattutto in fase di sviluppo (in particolare della muscolatura e dello scheletro) e di crescita.
Per questo, le migliori argomentazioni per supportare una dieta vegetariana riguardano l'etica e l'ecologia, una prevaricazione scientifica non ha supporti concreti.



Axel Tallone